ARTE

fotografia di beni culturali

Arte e Fede

Particolare del volto della beata vergine Maria, affresco del XIII-XIV sec. - museo diocesano di Bari




Lavoriamo da anni nel settore dei beni culturali ma quando abbiamo iniziato a fotografare nella Cattedrale di Bari per l'Ufficio Liturgico dell'Arcidiocesi ci siamo trovati davanti ad un lavoro più complesso. Alcune foto erano destinate all'archivio fotografico, altre servivano specificatamente ad illustrare la nuova Guida Liturgica 2020-2021. Ci siamo trovati a guardare alle opere d'arte con altri occhi, cercando di cogliere il loro valore religioso prima che artistico, e valutare lo scopo principale per cui alcune dovevano essere utilizzate: accompagnare decine di Parrocchie sparse nel territorio della Diocesi nel corso dell'anno liturgico.

Sulle tracce di Giacomo Colombo

Giacomo Colombo, San Michele Arcangelo, 1717 - Città Sant'Angelo, Collegiata di San Michele



Nel 2018 abbiamo fotografato a distanza di pochi mesi due sculture di Giacomo Colombo; una a Casagiove (CE) l'altra a Città Sant'Angelo (PE) per illustrare il saggio di Isabella Di Liddo: Giacomo Colombo scultore da Napoli alle Province del Regno - l'inedito San Michele ligneo (1717) di Città Sant'Angelo, pubblicato su "Storia dell'Arte #149", rivista specializzata della De Luca Editori d'Arte (Roma 2018). 
Il San Michele di Città Sant’Angelo va ad arricchire il corpus delle opere documentate e firmate dello scultore napoletano Giacomo Colombo. Artista versatile nella lavorazione del legno e del marmo, lo scultore si rivela leader nella produzione di sculture in legno policrome: una bottega accorsata di discepoli e collaboratori, un cantiere impressionante che vede la produzione di opere di diverso formato e versatile nel dialogo linguistico con altri colleghi a lui contemporanei (da Luca Giordano, a Giovan Battista Gaulli, Giacomo Del Po a Francesco Solimena). La continua richiesta, a dimensione mediterranea di questi modelli, da Napoli alle Province alla Spagna, favorita dalle rotte dei porti, è da considerarsi il risultato di un lavoro di équipe che per le botteghe presupponeva anche una capacità culturale e imprenditoriale di vasto raggio.